Recensione "La corte di rose e spine" di Sarah J. Maas

 


Titolo originale: A court of thorns and roses

Genere: fantasy, romantico, new adult

Pagine: 406

Editore: Mondadori 

Prezzo: €16,90 (cartaceo); €9,90 (formato kindle)



Da molti anni la sua famiglia è caduta in rovina, e Feyre fa di tutto per non farla crollare: ha diciannove anni ed è una brava cacciatrice, e un giorno, nel bosco, si imbatte in un lupo spaventoso che uccide per sfamare la famiglia. Qualche giorno dopo, Feyre scopre che non si trattava di un animale qualunque, ma di un Fae, e per conto di un’antica legge, la ragazza dovrà offrire in cambio la propria vita oppure raggiungere il regno di Prythian e seguire la mostruosa creatura che si è presentata a casa sua per reclamare la morte del suo amico. 

La prigionia di Feyre la conduce fino alla Corte di Primavera, di cui il suo Signore Supremo è Tamlin, la creatura che l’ha rapita. All’interno della Corte sarà libera di esplorarla, sarà servita e riverita, ma non potrà mai lasciarla per tornare dalla propria famiglia. 

Nel periodo accanto a Tamlin, quest'ultimo si rivela diverso da come lo aveva immaginato e Feyre scopre l’orrenda verità che si cela dietro la tremenda maledizione che lo costringe a tenere una maschera sul volto, e che la porterà a fare di tutto per salvare l’uomo che ama.



[...]‹‹ Feyre ›› balbettò il mio nome, deglutendo. ‹‹ Vai in un posto nuovo e diventa qualcuno. ›› [...]

- "La corte di rose e spine", S. J. Maas



Credo che Sarah J. Maas non abbia bisogno di tante presentazioni, e nemmeno il libro che sto per andare a recensirvi. Acotar ha dato vita a talmente tante fazioni da perderne il conto. E io alla fine mi sono posizionata dalla parte di chi questo libro lo ha apprezzato, ma ne riconosce i difetti, sa che è problematico sotto alcuni punti di vista, ma sa riconoscere anche quello che gliel'ha fatto piacere tanto e che gli fa venir voglia di continuare la trilogia.

Vorrei in effetti poter andare con ordine, in modo da elencare dapprima gli aspetti positivi e poi quelli negativi, ma in realtà non so da dove cominciare. 

È una storia che per le prime 200 pagine non mi stava convincendo, troppo lenta, troppo ricca di descrizioni, insomma la prigionia di Feyre era diventata una pacchia e non ne capivo il senso. Stavo per mollare il libro per davvero, prima di sospenderlo per una vacanza di una settimana: al ritorno ho deciso di concedergli un'altra possibilità, perché mi dà fastidio lasciare i libri a metà.

Inutile dire che la seconda parte l'ho finita in meno di due giorni.

Tutta l'azione che avevo tanto desiderato nella prima parte del romanzo è arrivata di colpo, lasciandomi senza fiato. Feyre in questa seconda parte è folle e coraggiosa al tempo stesso, non so bene come definirla, visto che per le prime battute del libro è sempre stata un personaggio che non mi ha mai fatto impazzire. L'ho trovata spesso scialba, tanto stupida e impulsiva.

E nella seconda parte viene spiegato anche perché nella prima non succeda praticamente nulla, perché il tutto è così fastidiosamente lento e la prigionia di Feyre sembri non avere alcun senso.


Lo stile di Sarah J. Maas...

Lo so che in molti lo hanno criticato, ma francamente ho letto di peggio. Certo, è molto, molto ricco e descrittivo e infatti a volte avrei voluto lanciare il libro dall'altra parte della stanza perché veramente non ne potevo più, soprattutto per la prima parte del romanzo, tuttavia devo ammettere che non mi è dispiaciuto così tanto, l'autrice non scrive male, anzi, a me ha dato l'impressione che arricchisse il suo linguaggio soltanto per dimostrare di saper scrivere. Cara Sarah, non ne hai bisogno, te la cavi alla grande!

Ho letto anche di molte critiche inerenti alla traduzione italiana. Mi sono sempre detta che non avrei messo bocca su questo punto, proprio perché studiando traduzione all'università, so quanto sia difficile rendere le stesse intenzioni del testo originale in una traduzione. E anche perché, non avendo mai letto il libro in inglese, non credevo fosse giusto fare un confronto.

Tuttavia, qualcosina la devo dire. Secondo me, l'edizione poteva essere curata un po' meglio, considerando che ho trovato diversi refusi all'interno dei capitoli. Su uno o due posso anche passarci sopra, ma quando si supera questo limite, anche no.

E devo ammettere che, per quanto mi sia promessa di non badare alla traduzione, capisco chi ha detto la sua. Ci sono dei termini nelle descrizioni che mi hanno lasciata un po' perplessa. Del tipo quando ho letto "fianchi rigonfi"... Ma che vuol dire?


Mettendo da parte Tamlin e Feyre, che sono stati sempre un grosso meh per me (la loro storia d'amore non mi ha fatto impazzire), Lucien è stato la chicca di tutto Acotar. Divertente e spumeggiante, ha dato un po' di brio alla corte di Primavera, e mi è piaciuto molto perché un personaggio come il suo ci voleva proprio, soprattutto perché se no qua la prima parte del libro non sarebbe stata solo lenta, ma pure di una noia mortale.


Che dire in conclusione? Sono veramente una frana quando si tratta di mettere un punto alle recensioni... ma sono molto curiosa di sapere cosa la Maas avrà in serbo per il secondo volume! 



3 stelline e mezzo su 5


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