Recensione "La memoria di Babel" di Christelle Dabos


3° volume della Saga dell'Attraversaspecchi 

Pagine: 482

Editore: edizioni e/o

Prezzo: €16,00 (cartaceo), €11,99 (formato kindle)




"Ascoltò con attenzione il flusso e il riflusso del respiro. Ascoltò con attenzione tutti i pensieri, anche i più stupidi. Ascoltò con attenzione il silenzio dell'isolatoio, che poco a poco diventava il suo. Il tempo sfumò. Dimenticò se stessa per meglio ricordare."

- "La memoria di Babel", Christelle Dabos



Finalmente eccomi qui a recensire anche il terzo volume dell'Attraversaspecchi, una saga che ha decisamente segnato le mie letture di quest'anno. Lo so, ne è passato di tempo da quando vi ho parlato de Gli scomparsi di Chiardiluna, ma gli ultimi mesi sono stati frenetici e c'è da dire che la lettura di questo terzo volume è stata parecchio, ma veramente parecchio lenta.

Ho deciso di non lasciare qui la trama di questo terzo capitolo per paura di incorrere nello spoiler, quindi mi limiterò a parlare a ruota libera delle impressioni che ho avuto leggendo "La memoria di Babel".

Francamente, rispetto agli altri due che lo hanno preceduto, questo terzo romanzo mi è piaciuto molto meno. È un libro che oggettivamente è scritto bene, la Dabos è sempre unica, e io adoro il suo stile, purtroppo però credo che in questo volume la scorrevolezza del suo stile abbia risentito della lentezza della trama.


Ho fatto veramente tanta fatica a sentirmi parte integrante di Babel, dove la tecnologia e l'obiettivo di creare una società perfetta e funzionale in tutto hanno reso quasi privi di umanità anche gli individui che la abitano, a parte poche eccezioni (o almeno, è questa l'impressione che ho avuto io). È un mondo ostile per la stessa Ofelia che non riesce ad integrarsi, e forse è stato proprio questo l'intento dell'autrice, forse voleva farci percepire in prima persona le difficoltà della nostra giovane ed intraprendente protagonista ad affrontare un mondo che non la accetta.

Io però, veramente, devo ammettere che non riesco proprio a dire che questo libro mi abbia entusiasmata. Ho percepito tanta freddezza non solo da parte di Babel, ma anche nei nuovi personaggi che entrano a far parte della storia, insomma, non c'è stato un singolo individuo a cui io mi sia veramente affezionata. Premetto che questo non sempre è un dettaglio indicativo che determina il mio apprezzamento per un libro, ma in questo romanzo ha sicuramente giocato una buona parte. 

Ho sentito molto la mancanza degli abitanti del Polo, soprattutto del carattere sfavillante della corte, di Archibald, della zia Roseline che mi faceva sbellicare dal ridere, persino di Berenilde, che non sempre mi è andata a genio. In questo terzo volume questi personaggi compaiono sì e no a piccoli sprazzi. Gaela e Renart avevano il mio cuore alla fine del primo libro e in questo volume sono stati relegati praticamente ad un angolino minuscolo. Che cos'è successo a questi personaggi? Non riuscivo a chiedermi nient'altro proseguendo la lettura e leggendo di new entry di cui mi importava poco e niente. 


E ora passiamo ad Ofelia. È un personaggio che ho continuato ad amare anche in questo terzo volume, anche se c'è stata poca azione. All'inizio non concepivo perché Ofelia si lasciasse vincere da tutte le angherie che riceveva, perché non reagisse, poi ho capito che in realtà ci vuole veramente tanta forza di volontà per riuscire in un obiettivo preciso, per superare tutte le cattiverie, per riuscire a fare tutto per un grande amore. Assistiamo perciò anche all'evoluzione di un rapporto (e direi era ora, finalmente!), che mi ha fatto venire gli occhi a cuoricino dalla contentezza.


Nel complesso il libro non è male, ma a tratti mi ha annoiato, e francamente mi aspettavo di più dopo i romanzi precedenti. Ora sono molto spaventata dal volume finale, non so quello che mi può aspettare, soprattutto perché ho sentito pareri discordanti in merito.

Vedremo!


3 stelline su 5


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