Recensione "Gli scomparsi di Chiardiluna" di Christelle Dabos

2° libro della saga dell’Attraversaspecchi

Stato attuale della saga: conclusa

Pagine: 584

Editore: edizioni e/o

Prezzo: €16,00



“Chi sono io? Chi sono? 

Più Ofelia andava indietro nel tempo e più si sentiva precipitare in un abisso le cui acque torbide erano composte unicamente da insoddisfazione. Quella sensazione di incompiuto le dava l’impressione di dissolversi in un’eterna non realizzazione, come se fosse condannata a non essere mai né niente, né qualcosa.”

- Gli scomparsi di Chiardiluna, Christelle Dabos


Recensione 

Una piccola premessa prima di cominciare: è più un consiglio in realtà, che una premessa, una sorta di dritta che voglio dare a chi ha finito Fidanzati dell'inverno e ancora non ha iniziato questo libro: non leggete la trama sul retro della copertina. In pratica anticipa un punto della storia che non si verifica in corso d'opera ma direttamente alla fine: cioè, più volte durante la lettura ero sul chi va là chiedendomi quando sarebbe accaduto quel determinato evento, e mi è toccato aspettare invece il penultimo capitolo della storia. Quindi, vi sconsiglio di leggere la trama sul retro della copertina se non volete spoilerarvi qualcosa sulle battute finali del romanzo. 

Ed ora, let's begin.

Ricollegandomi alla review di Fidanzati dell'inverno, partirei proprio da uno dei punti più importanti di questa saga: l'ambientazione. Nel primo romanzo abbiamo avuto un assaggio del mondo del Polo e del sistema di contorno; Gli scomparsi di chiardiluna rappresenta invece uno step successivo che ci consente di addentrarci ancora di più nella complessa arca in cui Thorn è nato e cresciuto e soprattutto, nella realtà della corte, fatta di tante facce ostili e sorrisi finti, con l'aggiunta di una nuova minaccia che si affaccia alla vita di Ofelia e che punta a minare le sue future nozze. Ancora una volta la Dabos ci ha lentamente guidati nel mondo che vuole raccontare passo dopo passo, senza fretta, consentendoci di familiarizzare con tutte le novità e con la personalità del sire Faruk, che domina la scena di questo romanzo molto più che nel primo libro e con il quale Ofelia si ritroverà ad avere a che fare, suo malgrado, più di quanto si aspettasse o volesse. Il tutto si intreccia ad un mistero che vede coinvolta Chiardiluna e un piccolo gruppo di persone che scompare senza lasciare tracce in tutti i sensi, ma che francamente ho trovato veramente rilevante soltanto nella seconda metà del libro, quando le indagini diventano sempre più importanti e interessanti. 


Veniamo ad uno dei personaggi della storia che nella precedente recensione non avevo introdotto, poiché curiosa di vedere quanto spazio la Dabos gli avrebbe dedicato in questo secondo volume: Archibald, l'ambasciatore. È un personaggio che ha destato immediatamente la mia attenzione nel primo libro, ed è stato bello non vederlo trasformarsi in un cliché, ma rivelarsi un carattere assolutamente interessante, che spero possa sbocciare ancora di più nel corso della storia. Mi è piaciuta molto la sua complicità con Ofelia, anche perché il loro primo incontro mi aveva fatto storcere il naso, soprattutto per come Archibald si era presentato, ma ora è interessante vedere che fra i due sembri essersi instaurata una bella amicizia e che entrambi tengano l'uno all'altra allo stesso modo.

Ho iniziato a rivalutare Berenilde in questo secondo romanzo e sono contenta che non si sia rivelata più antipatica di così, ma che si sia fatta forza per essere la prima alleata di Ofelia, che, appare praticamente spaesata nella realtà della corte del Polo e che, ancora una volta, si è confermata il mio character preferito di questa storia.

Avevo già sottolineato il suo cambiamento durante Fidanzati dell'inverno, ma ne Gli scomparsi di Chiardiluna, Ofelia è cresciuta ancor di più, diventando una donna forte e sicura di sé che non teme più niente e che non ha paura di combattere per far sentire la propria voce in mezzo a tutto quel frastuono, che non si lascia intimidire dalle minacce, che tiene testa alle Decane e anche a Thorn, che in questo libro, anche involontariamente, finisce per darle filo da torcere.


Ed ora veniamo, infatti, al rapporto venutosi a creare tra questi due. Nel primo libro avevo percepito un distacco verso di loro, nel senso che li vedevo ancora lontani anni luce l'uno dall'altra e in questo secondo capitolo assistiamo ad un graduale miglioramento della loro relazione. Non dico che sia un punto che non mi sia piaciuto di questo libro, perché ho adorato questo secondo volume ancor più del primo, ma a tratti è stata veramente una sofferenza immane vedere quanto sia lenta la crescita del loro rapporto, anche se, ovviamente, mi sembra necessario che le cose procedano in questa maniera e infatti non mi sono aspettata nulla di più ne La memoria di Babel, che ho già cominciato a leggere e di cui sono quasi arrivata alle battute finali (se non fosse per il blocco del lettore probabilmente lo avrei già terminato), ma preferisco non sbilanciarmi troppo in merito così da darmi spazio per un'altra recensione dedicata a questa saga. 


E per terminare, come posso non citare il finale di questo volume? Tutto il libro infatti ci prepara, forse quasi senza che ce lo aspettiamo, al gran clou di questo romanzo e che non svela soltanto il mistero degli scomparsi (di cui ho capito abbastanza subito chi si celasse dietro le sparizioni, anche se la Dabos è brava a confondere le idee e a tentare di condurci su altre strade), ma che ci inizia a dire di più sul sistema delle arche e su un nuovo ed interessante punto della storia. 

Ci risentiremo sicuramente anche per La memoria di Babel


Voto 

4 stelline e mezzo


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