Recensione "Marina" di Carlos Ruiz Zafón


Pagine: 310
Editore: Oscar bestsellers – Mondadori
Prezzo: €12,00


Trama 
In una Barcellona alla fine degli anni ’70, Oscar è un giovanissimo studente, profondamente annoiato dalla vita collegiale. Per questo, alla fine delle lezioni, approfitta sempre di piccole fughe quotidiane che durano fino all’ora di cena, e che gli permettono di esplorare la città dividendosi tra i luoghi più conosciuti e le viuzze nascoste al resto delle persone. Durante una delle sue avventure, Oscar si imbatte in una villa apparentemente abbandonata: la curiosità lo porterà a spingersi all’interno e alla scoperta che quella vecchia abitazione non sia in realtà disabitata, ma che ospiti invece la presenza di due inquilini: Marina e suo padre Germán. Dopo un primo incontro fugace, tra i tre personaggi si instaura un rapporto profondo, quasi come quello di una vera e propria famiglia: sarà la stessa Marina infatti, a coinvolgere Oscar in un mistero che la incuriosisce da non poco tempo.
Ma quella che sembrava essere apparentemente una piccola avventura da ragazzi, finirà per trascinare Marina ed Oscar in qualcosa più grande di loro e dal quale non riusciranno ad uscirne più tanto facilmente, in una storia che ha inizio da molto prima che loro nascessero e che potrà dichiararsi conclusa soltanto sgarbugliando tutti i fili di questa complessa incognita.


“Gli parlai della mia solitudine e di come, prima di incontrare loro, avessi l’impressione di essere al mondo per caso. Gli parlai dei miei timori di esserlo di nuovo, se li avessi perduti.”

Recensione
Che Marina sia stato un punto di partenza più che positivo per le mie letture di quest’anno, è sicuramente una delle mie più grandi certezze di questo 2020 appena iniziato. Mi ero promessa che a caldo avrei scritto qualcosa sulle mie primissime impressioni e sensazioni, e invece ho lasciato passare qualche giorno. Tuttavia, questo breve arco di tempo, mi è servito per riflettere un po’ più con calma su questa bellissima lettura che, lo dico subito, è rientrata immediatamente fra le mie preferite di sempre.
Ho lasciato Marina a metà quest’estate, e non so cosa diamine mi sia passato per la mente considerando quanto mi sia piaciuto, ma forse era soltanto il libro giusto al momento sbagliato. Dovevo trovare il periodo adatto per potermici dedicare con cuore ed anima, ed è quello che ho fatto poco prima che le vacanze invernali si concludessero, leggendo ed amando queste 310 pagine che sono volate via nel giro di un paio di giorni.

In una piccola introduzione che precede il primo capitolo, Zafón ammette che questo è uno dei libri da lui scritti a cui si sente più affezionato. Iniziando e procedendo con la lettura, mi sono accorta che questo dettaglio si evinceva veramente con tutto il cuore. Si avverte questa connessione dal modo in cui Zafón riesca a calarsi abilmente nei panni del protagonista, e attraverso i suoi occhi la narrazione va avanti con molta semplicità e con quel certo non so che, a cui io mi sento di attribuire l’aggettivo di magico: durante tutta la lettura ho come avuto l’impressione che questo bravissimo scrittore lanciasse un incantesimo al lettore per incollarlo alle pagine. Zafón ha uno stile di scrittura assolutamente peculiare, il modo in cui disegna con attenzione lo sfondo della sua narrazione è per me veramente unico: sembra quasi di vedere e vivere Barcellona proprio grazie ad Óscar, il giovane protagonista di questa storia.

Per certi versi la narrazione si carica anche di qualche tinta dark che non mi aspettavo, ma che non ha incontrato affatto il mio disappunto, anzi: mi ha coinvolta ancora di più nel mistero in cui vengono trascinati, loro malgrado, Óscar e Marina. Ammetto che avanzando di capitolo in capitolo, qualche teoria mi è balzata alla mente e qualcuna si è anche confermata, soprattutto quella del finale, che per quanto già immaginata, mi ha comunque lasciato impreparata al carico emotivo che si sarebbe portata dietro con la lettura delle ultime pagine. Malinconia e tristezza hanno praticamente iniziato a camminare a braccetto, facendomi chiedere cosa ne sarebbe stato da quel punto in poi.

Ed ora, passiamo a una delle cose che più ho amato di questo libro: il legame tra Marina, Óscar e Germán. La connessione che si è instaurata tra i tre personaggi è qualcosa di semplicemente bellissimo, ed è anche per questo che trascorrendo la maggior parte del tempo con loro, Óscar inizia a sentirsi parte integrante di quel piccolo nucleo, riconoscendo in Marina e Germán qualcosa di molto più vicino al termine di “famiglia” rispetto a quella a cui appartiene davvero, che nel libro non è mai stata veramente approfondita e appare fredda e distante, in un modo che chiaramente ci permette di percepire ancora di più il distacco di Óscar da loro.

Marina è stato l’inizio perfetto. Non solo del 2020, ma credo anche del mio approccio al mondo di Zafón. Non so se gli altri libri che sicuramente leggerò di questo autore sapranno prendermi allo stesso modo, ma Marina occuperà nel mio cuore sempre un posto speciale. 
Staremo a vedere. 

Voto
5 stelline su 5

Commenti

  1. Ciao Hermione! Sento aria di amante di Harry Potter dal nome... Sono appena giunta in questo angolino libresco :) Ecco un'altra blogger e lettrice come la sottoscritta!
    Non potevo che soffermarmi su questa recensione... No, okay non ho letto Marina anche se ovviamente il tuo pensiero non può che spronarmi a farlo ma ho ADORATO la serie del Cimitero dei libri dimenticati. Dato che dici che questo è il tuo approccio a Zafon e non sai se gli altri libri ti prenderanno ti consiglio vivamente di leggere L'ombra del vento

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    Risposte
    1. Ciao! Grazie mille per essere passata!
      Sì, come avrai potuto notare dal nome, sono una grande fan di Harry Potter! :)
      In molti mi hanno consigliato di leggere "L'ombra del vento" di Zafon, penso proprio che quando mi riapproccerò a questo scrittore, sarà proprio da questo libro!

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