Recensione "A due passi da te" di Irene Stasi

Pagine: 324
Editore: Albatros
Prezzo: €15,00

Trama
Emma, una ragazza di appena vent’anni, ha già sulle spalle un peso grande: quello di una famiglia costretta a spostarsi ripetutamente da una città all’altra. Brillante studentessa di astrofisica, deve destreggiarsi tra mille incombenze, traslochi, due adorabili fratellini e il suo inseparabile gemello Jacopo. Ma la “ragazza con la valigia” sente, in realtà, di non aver mai vissuto una vita vera, un’esistenza tutta sua, e porta dentro al cuore un peso sempre più opprimente a cui non riesce a dare forma. Forse è il rapporto diffcile con sua madre, famoso cardiochirurgo? La separazione dei genitori? O la mancanza di radici e affetti veri? Emma gode però di una sola certezza: l’amore infinito di e per suo padre che la porta in un mondo totalmente nuovo, quello della meravigliosa Parigi, dove riuscirà forse per la prima volta, a trovare se stessa. A due passi da te è una sorta di romanzo di formazione moderno, in cui l’amore per la vita impregna le pagine ricordandoci quanto valore abbia ogni singolo secondo, soprattutto quando, da un momento all’altro, a causa del Male nella sua forma più crudele, tutto può andare perduto irrimediabilmente.


“Ti sto solo invitando a non essere sempre così cinica e ponderata. Sei talmente tanto abituata ad eccellere e ad essere perfetta che non vorrei avessi imparato a controllare le emozioni più forti.”

Recensione

Rifletto spesso e a lungo su come iniziare una recensione, perché il più delle volte mi frullano per la testa una marea di cose da scrivere e il punto di partenza è sempre quello più difficile. E’ per questo che, mentre rileggo la frase sopracitata, penso non ci sia modo più giusto se non cominciare proprio da Emma, la protagonista, e di come questa riflessione possa racchiudere in poche righe gli aspetti più importanti del suo carattere.

Anche se non ho condiviso spesso alcuni dei suoi comportamenti, ho provato a immedesimarmi in lei, a capire il perché di certe sue decisioni, a comprendere alcuni atteggiamenti. Forse un po’ capisco Emma e la sua diffidenza, il suo terrore a volersi fidare, a lasciarsi andare a una vita meno impostata.

Una delle cose che ho apprezzato di più di Emma, è il suo amore e la sua dedizione alla famiglia. Il libro ruota molto attorno a questo aspetto, e l’ho trovato semplicemente meraviglioso, visto quanto per me siano importanti i miei cari. 
Emma non ha una famiglia proprio unita, si barcamena tra il divorzio dei suoi, tra l’università di astrofisica, nei lavori di casa e nell’accudire i fratelli più piccoli, ma anche il suo gemello. Una vita continua tra una città e l’altra, con la valigia sempre pronta, che non si sa mai quando sua madre Germana, la sua insuperabile madre in carriera, che ha sempre preferito il lavoro da cardiochirurgo agli affetti, ottenga un nuovo trasferimento.
E’ interessante scoprire questo rapporto così poco idilliaco, del risentimento covato nel cuore di Emma nei confronti di Germana, eppure l’affetto incondizionato che continua a provare per lei nonostante tutto, come se ci fosse sempre una piccola speranza che sua madre possa semplicemente essere una mamma e non solo la dottoressa brillante che tutti ammirano e osannano. 

* * *

“Forse un giorno saremmo diventati un uomo ed una donna indipendenti che muovevano autonomamente i fili del loro destino. Ma oggi partivamo verso un nuovo orizzonte. Parigi.”

Anche con Jacopo, suo gemello, Emma ha un rapporto molto bello. Ho apprezzato il suo preoccuparsi dell’unica sorellina, del suo volersi prendere cura della famiglia vista la totale assenza della madre, a fare in modo insieme ad Emma, di colmare quei vuoti lasciati nei cuori di Mattia e Geremia, i più piccoli di casa.

La storia si sposta in una nuova città, Parigi, ma non è solo incentrata sulla famiglia, ma anche sull’amicizia con Edith, e sul nuovo, ma forse primo vero amore per Emma, Ethan. Lui è la scommessa, è l’ignoto, qualcosa che Emma non può controllare e che la spaventa. Lui è esattamente come sua madre, un cardiochirurgo, e ciò la spaventa e le fa immaginare che probabilmente sarà come Germana, totalmente assente nella sua vita. 

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La storia di Irene Stasi ha uno sviluppo interessante, un libro che si potrebbe tranquillamente leggere in pochi giorni o anche meno di una settimana se si ha più tempo della sottoscritta.

Ho apprezzato la scelta dell’autrice di prediligere a valorizzare gli aspetti familiari e quelli dell’amicizia, e anche il modo in cui questi ultimi risaltano all’interno della narrazione con una certa importanza.
Forse quello che non mi spinge a non dare più di tre stelline e mezzo al libro è come già anticipato, certi comportamenti e atteggiamenti dei personaggi che non sempre mi hanno convinto; alcuni aspetti all’interno della storia che non sono stati totalmente ampliati e che sono lasciati lì in modo più vago. Avrei preferito che alcune parti, come ad esempio la passione di Emma per l’astrofisica, fossero approfondite un po’ di più. O che certe descrizioni, fossero un po’ più dettagliate. 
I personaggi invece sono certamente ben inquadrati, con i rispettivi caratteri e i loro relativi sentimenti e timori. 

Il finale è stato totalmente spiazzante, inaspettato, l’autrice mi ha lasciato decisamente senza parole. Irene Stasi si è ricollegata ad uno dei fatti di cronaca più tristi, quello dell’attacco terroristico al Bataclan, a Parigi, nel 2013. 
E’ una storia molto dolce e la consiglio, e forse anche molto azzeccata per questo periodo invernale, da leggere accanto al caminetto o tranquillamente sul letto, con una bella copertina e una tazza di tè. 
Ci tengo a ringraziare ancora gentilmente Irene Stasi per la copia del suo romanzo e avermi dato fiducia.

Voto
3 stelline e mezzo su 5

L'autrice
Irene Stasi è nata a Crotone nel 1989. All’età di dieci anni si è trasferita a Napoli, dove vive attualmente. Ha conseguito la laurea in scenografia presso l’Accademia di Belle Arti ed ha collaborato presso un giornale locale. Ha già pubblicato un primo romanzo dal titolo Oltre ogni distanza (Start Press, 2015), un secondo dal titolo Ali di carta (Gruppo Albatros il Filo, 2016) e un suo racconto è stato edito nella raccolta di storie Chi ce l’ha più s*****o di Federica Bosco (2017).

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