Recensione "Quel che rimane incastrato nel vento" di Alessandro Tonoli


Pagine: 94

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Trama
Cecil è una giovane ragazza  svuotata dalla vita. L’università, il lavoro e la frenesia dell’esistenza hanno drenato fino all’ultima goccia la sua passione per la danza, lasciandola alla deriva in guscio vuoto. Per questo si recherà a Bajardo, antica cittadina Ligure, dove scoprirà la presenza di un vento, un vento che la gente del paese dice possa raccontare, e far vivere, delle storie uniche. Cecil non ha però più il cuore per credere in tutto questo, e le sembrerà solo uno dei tanti racconti assurdi di un paese vecchio e dimenticato. Ma lentamente con l’amicizia di Emile, un attore in preda ad uno strano concetto di dissolvenza, sembra iniziare a cambiare qualcosa. Una storia la sta cercando per tentare di sconfiggere quel dramma nascosto nel suo passato. Una storia che possa tornare a farle credere nell’incanto di tutte le storie, e farle ritrovare, forse, quella che era nata per vivere.

"Tutte le persone che vedi, qui, sono legate a quel vento. Per qualcosa che sanno solo loro. Per qualcosa che che lui ha raccontato loro.
Cecil, molte persone, questo vento, le ha salvate."


Recensione
Corro, tra un treno e l’altro, mi affretto a raggiungere l’aula per la lezione successiva, trascrivo gli appunti, provo a studiare, ma non ci riesco tanto quanto vorrei. In quegli spiragli di pausa, in cui decido che ne ho abbastanza, che la mia testa sta diventando una pentola a pressione, “Quel che rimane incastrato nel vento” mi tiene compagnia, mi concentro su qualcosa di più tranquillo, la lettura aiuta finalmente la mia mente a rilassarsi.

Alessandro me l’aveva detto, Cecilia non mi avrebbe invidiato affatto per l’università. Eppure io, in questa protagonista, ci rivedo tanto di me stessa: nella sua corsa continua, nel suo impegno nella danza, nel suo studio, nel voler stare il più possibile al passo con tutti i suoi programmi.
In teoria ci potremmo rivedere quasi tutti in lei: sempre alla ricerca del tempo, un tempo che è sempre più veloce, intenso, che non lascia scampo. Siamo troppo presi dagli impegni, appuntamenti, ci dimentichiamo di prenderci del tempo per noi, di riscoprire quello che ci piace, di stare bene.

“Quel che rimane incastrato nel vento” è arrivato al momento giusto, perché mai più di così, soprattutto in questo periodo in cui ho intrapreso un percorso universitario, mi sono sentita tanto vicina alla storia. 
Capitano a tutti momenti di crisi, momenti in cui la realtà ci sta seriamente divorando e necessitiamo di una pausa. Cecilia ha bisogno di ritrovare le sue emozioni, la bambina che c’è in lei, la passione che un tempo la legava alla danza, che ha sempre amato profondamente. 
Bajardo è la meta ideale, il posto per schiarirsi le idee, per ricominciare. Tra lo scetticismo iniziale, l’incontro con Emile sarà essenziale. Lui è l’amico di cui Cecilia, o per meglio dire Cecil, ha bisogno. E’ la persona forse più lontana dalla sua personalità, così estroverso, esuberante e anche un po’ strambo.

Anche con Emile condivido un grande amore: il teatro. Anche io da qualche tempo faccio parte di una piccola compagnia teatrale, e lui è un attore di teatro, uno che non si fa problemi a decantare monologhi nei piccoli locali di Bajardo, a scavare un po’ nei sentimenti di Cecil, che lui si diverte a chiamare così.

E’ un viaggio alla riscoperta di una nuova vita per la protagonista, una storia che da un punto di vista stilistico mi ha ricordato “La piccola Parigi” dello stesso autore: frasi secche, profonde, che riflettono profondamente l’ambiente circostante, ma in particolar modo sui sentimenti e le emozioni dei personaggi.
Un viaggio in una piccola città ligure che amerete sicuramente, in ogni suo angolo, in ogni sua piccola storia e credenza. Un viaggio alla scoperta del vento, un vento che salva le persone. 
La ricerca di questa brezza che all’inizio lascia decisamente perplessa Cecil.
Un viaggio nell’amicizia tra Emile e la protagonista, che vi farà sorridere.
Un viaggio nel nuovo libro di Alessandro Tonoli.
* * *
Ho apprezzato particolarmente il modo in cui l’autore lavora sulla psicologia dei suoi personaggi: con Cecil fa un buonissimo lavoro andando a scavare in quelle che sono le sensazioni della protagonista e della sua paura di non riuscire a far emergere la sua bambina, quella che è rimasta a dormire per tanto tempo dentro di sé. 
Ho apprezzato Emile (chi non vorrebbe un amico così pittoresco come lui?), anche se mi è dispiaciuto per come sia uscito di scena, così, inaspettatamente. 
Fra i due libri dell’autore preferisco “La piccola Parigi”, ma per una questione puramente affettiva, “Quello che rimane incastrato nel vento” è comunque un libro molto bello e intenso, da leggere sicuramente.
Ringrazio l’autore per avermi gentilmente inviato non solo questo libro, ma anche il racconto di “Alia”, che fa un po’ da ponte tra il suo primo racconto e il nuovo romanzo in uscita adesso. Gli elementi principali della storia sono Alia, l’amore per la pittura e in particolar modo per la sua famiglia. Un racconto che non manca però di un velo di malinconia: il finale vi lascia con un grosso, enorme magone. 

Voto
4 stelline su 5

L'autore 
Nato nel 1988, Alessandro Tonoli si è laureato presso la facoltà di Comunicazione, New Media e Pubblicità dell’Università Uninettuno e lavora in un primario istituto di credito. Scrive articoli per il sito HavocPoint e ha un blog personale per il sito di tecnologia Tom’s Hardware chiamato Glasslands dove si occupa di cinema, videogiochi e media.
Ha una passione per la recitazione e ha frequentato l’accademia teatrale dell’associazione culturale “Teatrando”, dove collabora saltuariamente come attore e drammaturgo.
Nel 2015 ha pubblicato il suo primo romanzo breve "La piccola Parigi", edito da GWMAX Editore, mentre, nel 2017, ha pubblicato per l'editore Delos Digital l'opera saggistica "Tutto quello che devi sapere sulla realtà virtuale".




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