Recensione Attacco dei giganti di Hajime Isayama

Titolo originale: Shingeki no Kyokin
Autore: Hajime Isayama
Genere: Horror, post-apocalittico, azione
Stagioni: 3
Durata episodi: 22 minuti
Anno di uscita: 2013
Paese: Giappone
Trama
Nel mondo in cui vive Eren, la specie umana rischia l’estinzione a causa dei Giganti, che si nutrono di esseri umani senza un apparente motivo. A loro difesa, gli abitanti vantano la protezione di mura alte 50 metri, che per oltre 100 anni, hanno garantito una vita serena e sicura.
Ma in un giorno come un altro, un Gigante alto 60 metri, apre una breccia nel distretto di Shiganshina, generando il caos. Eren, che vede morire la madre dinanzi ai suoi occhi, intraprende allora l’arruolamento nell’esercito insieme a Mikasa ed Armin, al solo scopo di entrare a far parte del Corpo di Ricerca e trovare un metodo per sconfiggere definitivamente i Giganti. 

“Se perdo, morirò. Ma se vinco, potrò continuare a vivere. Se non si combatte non si potrà mai vincere!”
- Mikasa


Recensione
A discapito di quel che molti potrebbero pensare, visto l’amore incondizionato che dimostro per questo anime sui social, con Attacco dei giganti non è stato per nulla un colpo di fulmine: mi ci sono volute almeno 4 o 5 puntate per ingranare, per lasciare che la storia mi obbligasse a tenere gli occhi incollati al computer tutto il tempo, e facendo sì che terminassi almeno le prime due stagioni nell’arco di un paio di settimane. Reputo che fosse doveroso iniziare a scrivere qualcosa, pure un articolo semplice in cui fare semplicemente quattro chiacchiere, soprattutto ora che la terza serie è in pausa - una pausa pure fin troppo lunga, aggiungerei - e che ci ha lasciati con delle anticipazioni che sinceramente mi hanno fatto venir voglia di lanciare il computer dall’altra parte della stanza.

Penso che Attacco dei giganti sia stato l’anime “rivelazione”, uno di quelli che ti colpiscono al punto tale che pensi possa diventare, davvero, il tuo anime preferito. Io ne ho altri di favoriti, alcuni mi hanno coinvolto allo stesso modo, ma trasmesso emozioni e sensazioni totalmente differenti. Potrei dire però che la serie di Hajime Isayama possa essere un bel mix che unisca impressioni talvolta anche molto diverse fra loro, spesso anche contraddittorie: ho pianto (taaaanto), riso, mi sono arrabbiata, a volte avrei voluto entrare nell’anime e dare una scrollata di spalle (e anche un paio di ceffoni) ad alcuni dei personaggi.

Una delle prime cose che dell’anime ha maggiormente catturato la mia attenzione, è stato l’impatto visivo: penso che gli aggettivi migliori per descrivere i disegni, siano minuziosi e curati. I giganti sono rappresentati nei loro corpi sproporzionati e con una tale veridicità da sempre autentici, tangibili, come se per certi versi pure noi fossimo protetti da quelle mura (fatte di creta probabilmente) che per 100 anni hanno preservato la specie umana dalla loro crudeltà. E’ un anime cruento, Attacco dei giganti. Richiede tempo e pazienza per poter elaborare certe morti, sia per una certa e vivida brutalità, e sia per un impatto emotivo che ti sconvolge dentro.

Fra i personaggi ho certo i miei preferiti, ma tutti hanno una loro caratterizzazione, sia fisicamente, sia per quanto riguarda la loro personalità, è difficile che ci si riesca a dimenticare i loro volti anche se il tempo passa. Ognuno di loro ha una funzione ben precisa, anche quelli secondari sono assolutamente degni di nota e non sono messi a caso come si potrebbe pensare. A rivedere alcune puntate, mi sono accorta che certe inquadrature non sono buttate lì tanto a caso per fare scena. Gli sceneggiatori lo fanno apposta, ma noi questo non possiamo saperlo.
Personalmente, scegliere un solo, unico personaggio da definire come preferito, mi sembra assolutamente impossibile. Forse - anzi no, forse, certamente oserei dire - quello che personalmente li scavalca tutti, è Levi. Potrei risultare leggermente scontata visto che è probabilmente il più amato dall’intero fandom, ma non lo sono se vi dico, che incredibilmente, all’inizio non mi diceva proprio niente. Quando però la sua personalità è stata messa maggiormente a fuoco durante il corso degli episodi (soprattutto in due OAV bellissimi che vi consiglio di vedere alla fine della prima stagione), ho iniziato a sentirmi più vicina, e a volerne sapere di più della sua storia e di cosa si celasse dietro la sua apparente maschera di gelo, nonostante si capisca che non sia insensibile e che abbia in realtà molto a cuore la causa del Corpo di Ricerca e i suoi soldati. 

Ma, se proprio devo fare il nome del personaggio a cui mi sono immediatamente legata, devo assolutamente nominare Connie. So che è un personaggio molto “secondario”, ma mi ha fatto piacere quando nel corso delle puntate la sua figura ha iniziato ad avere rilevanza per la storia (e per chi avrà visto la puntata finale della seconda stagione, saprà) e soprattutto ho amato il legame che lo tiene unito a Sasha e Jean, così tanto che questo trio mi è piaciuto molto di più di quello principale, composto da i tre protagonisti Eren, Mikasa ed Armin (nonostante io AMI ARMIN!).

Vorrei ora concentrarmi su un altro fattore che fa di questo anime uno show a dir poco spettacolare, e sono appunto, le bellissime colonne sonore. Ormai mi ingozzo di soundtrack di Attacco dei giganti tutte le volte che posso, le canticchio sottovoce e altre le salto non perché non mi piacciano, ma perché sinceramente mi fanno venire un magone e una voglia di piangere come pochi. Me ne sono innamorata perché non sono solo oggettivamente meravigliose, ma sono pure state pensate ed adattate perfettamente alla scena di riferimento. 

Fra le 3 stagioni, per ora, devo constatare che la terza è quella che mi piace meno. Non perché sia brutta o altro, per me al momento è molto molto bella, ma la prima parte di questa nuovo “capitolo” dell’anime è secondo me stata pensata come una grande introduzione alla sezione della storia, che sarà sicuramente, la più importante di tutte. 
Siete pronti per scoprire cosa succederà nella seconda parte ad aprile? 
Chissà se finalmente scopriremo COSA DIAMINE C’E’ IN QUELLA CANTINA DI EREN!



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